Sibilla credeva che lo scopo del femminismo non fosse quello della parità tra uomo e donna ma della conquista della libertà di amare, dell’indipendenza, della rivendicazione della diversità femminile.
Artista scandalosa, dalla cui penna irriverente nasce il romanzo intitolato Una donna, nel quale celebra la propria rinascita e analizza la propria esistenza, sino ad arrivare alla decisione di abbandonare il figlio pur di affermarsi in quanto donna e scrittrice.
La scelta coraggiosa e prematura per i tempi di abbandonare il figlio e il marito concede a Sibilla di liberarsi da una condizione di scacco nella quale è finita, come lei stessa afferma, perché assuefatta all’idea ampiamente diffusa della donna obbediente e remissiva, la cui esistenza non ha peso alcuno. Questa liberazione comporta una sofferenza necessaria: rinunciare alla maternità. Ciò al fine di fornire un insegnamento fondamentale al figlio Walter: la forza di affrancarsi da situazioni in cui sono del tutto assenti la dignità e il rispetto, per poter progredire come padroni di se stessi e del proprio futuro.